Bio

 
 

Nato a Torino il 9 maggio 1986

Il mare nel sangue

Laureato in filosofia, Alberto, torinese di nascita, ha il mare nel DNA. Le basi marinare le impara dal padre che riesce a trasmettergli la passione per il mare e le barche durante le crociere in mediterraneo. A otto anni inizia la formazione sulle derive: la palestra per acquisire i fondamentali della regata di ogni velista. 

“La vela per me all’inizio è anche l’isola d’Elba, un vecchio laser di papà con una enorme vela standard con qualche anno di troppo. Con mio fratello ci andiamo in due per tenerlo più o meno dritto; ci andiamo sempre anche se il momento più atteso è quando me lo fanno usare da solo. Sono veramente piccolo a otto anni su questa deriva e bastano delle leggere raffiche per farmi passare più tempo in acqua che sopra. Imparo a leggere i segni sul mare del vento e ad anticipare, il gioco mi conquista totalmente. Navigo nella rada di Portoferraio senza meta, sono concentrato e fiero delle mie prime esplorazioni da capitano. Anche il primo temporale in acqua è un’esperienza indimenticabile, una bella battaglia e una prima grande soddisfazione di essermela cavata da solo. L’adrenalina dell’avventura inizia da queste prime esperienze!

Il suo però non è il percorso classico della carriera sportiva. A segnarlo un trauma, la perdita della madre in circostanze difficili, durante l’ultimo anno di liceo. I libri di mare di navigatori giramondo, quali Slocum, Chichester, Dumas, Moitessier, Tabarly, Fogar diventano la cura alle sofferenze di un giovane adolescente.  Esempi di grandi uomini, di vite avventurose che sono fonte di speranza e che indicano la possibilità di un cammino diverso, lontano dai solchi della vita comune. 

In questi anni intensifica il rapporto con il nonno, professore universitario in parassitologia ma soprattutto maestro in meditazione e respirazione.  Il nonno Franco gli trasferirà l’arte della spontaneità nel respiro una delle chiavi esistenziali di Alberto.


Gli anni della formazione 1996 – 2006

 

 

Per emulare uno dei suoi navigatori “guida” si costruisce una deriva di 2 metri in garage e attraversa il tirreno in solitario, svegliandosi tra le balene e vivendo le sensazioni che lo accompagneranno nel resto della vita.  Recupera le sue energie e la serenità allontanandosi dalla società.  Si rifugia sulle barche, passando lunghi mesi lontano da casa navigando e lavorando in cantiere. Inizia a lavorare sulle barche, come marinaio e poi skipper facendo trasferimenti in giro per il mediterraneo. Ci sono in questa fase lunghi periodi di solitudine tra esami universitari e navigazioni sempre più ricorrenti.  Diventa sempre più stretto il rapporto con la natura, unica compagna fedele e sempre presente nelle sue avventure.


Gli anni delle prime regate d’altura 2006 – 2009

La decisione di mettersi in gioco nelle competizioni arriva come un lampo, una necessità, un’intuizione provocata da una lunga introspezione: è la reazione che segna l’inizio di un percorso. Una scelta che permette di unire i valori che sta maturando alla necessità di crescere e porsi obiettivi sfidanti.  Diventa il modo di riavvicinarsi agli altri, riguadagnare un posto nella vita sociale. Grazie all’amicizia con Ermanno naviga subito a bordo di Stormvogel, meraviglioso e velocissimo ketch in legno creato dalla penna di Van der Stadt negli anni sessanta. A bordo dello Stormvogel conquista il trofeo Panerai, ma soprattutto attraversa per la prima volta l’Oceano Atlantico, vincendo la ARC con un equipaggio neozelandese.

“Ma le emozioni più forti sono il primo incontro con l’oceano atlantico dopo il passaggio di Gibilterra, dopo aver sognato a occhi aperti sui libri dei navigatori anche io sono in mezzo all’oceano, faccio conoscenza con questo mare che ha uno respiro lungo e si muove in un modo tutto nuovo e diverso rispetto al mediterraneo. Sono una spugna durante questa traversata, a bordo ci sono marinai esperti: imparo lo studio delle carte meteo, faccio pratica con il sestante, capisco i vari ruoli dell’equipaggio…Tocco terra dopo la traversata con un bagaglio d’esperienza enorme e con le idee sempre più chiare. Voglio subito ripartire per una traversata atlantica.”


I Grandi spazi dell’oceano

Correre sugli oceani diventa sempre più il suo obiettivo. A 24 anni comincia a navigare sui Minitransat 6.50, i Go – Kart della vela oceanica. La vera sfida è partecipare alla Minitransat, regata storica che parte ogni due anni dalla Francia e che attraversa l’oceano. Le regole sono semplici: un uomo, una barca di 6,5 metri, l’oceano da attraversare senza comunicazione con la terra, vietata per regolamento. La più dura delle regate, la più solitaria. Un evento sportivo che ha cambiato la vita a tante persone e creato tante leggende della vela oceanica. Bisogna trovare uno sponsor, una barca, costruire un progetto da zero; ma all’inizio non è così facile soprattutto per un ragazzo timido e riservato che vuole farcela con le sue forze. Centinaia di mail inviate per trovare sostenitori e sponsor, ma è difficile senza avere ancora un nome farsi prendere sul serio. 

Dopo la vittoria del campionato italiano del 2012 trova il suo primo sponsor di Torino che supporta il progetto e permette l’inizio della vera avventura. Il progetto prende luce anche grazie al supporto dello Yacht Club Italiano e tanto duro lavoro per mettere a punto con un budget limitato un’imbarcazione che sia competitiva.  Finalmente Alberto arriva a Douarnenez, in Bretagna, per la partenza della Minitransat 2013 con la sua barca “onlinesim“. A ventisei anni e al suo esordio nel mondo delle regate oceaniche taglia il traguardo al 5 posto su 53 barche. È uno dei migliori risultati italiani di sempre in questa categoria.

Il 2012 è un anno di rinascita, ho trovato la mia strada, non mi faccio più troppe domande e ho degli obiettivi precisi. Credo di aver preso qui la decisone di entrare nel mondo reale, di passare all’azione e di voler dimostrare qualcosa a me stesso e perché no, anche agli altri…

Inizia la mia prima vera stagione da regatante. Partecipo al campionato italiano e cerco sempre di navigare con gente che ha più esperienza di me. Affronto con il mio amico Andrea la prima burrasca con il mini, tra la Corsica e Genova, avvertimento di quanto può diventare pericoloso il gioco. Studio il suo modo di prendere decisioni e di giocare con il vento tra tattica e strategia. Facciamo un match race di 3 giorni con un equipaggio francese che ci batte per poco e all’arrivo siamo secondi. Brucia ma ho imparato una valanga di cose, i passaggi delle isole con i giochi del vento con i rilievi della costa, capisco le regole del gioco e che bisogna studiare tanto, anche qui…

 

Riccardo è diventato l’allenatore del nostro gruppo di ragazzi italiani che vogliono fare la Minitransat. Anche lui è stato contagiato dal Mini e ha già partecipato a una Minitransat rischiando di vincerla. Da lui imparo le basi del gioco della regata, la trigonometria della vela, le sue lezioni sono fondamentali per la mia formazione. Ha una dote rara che i greci chiamano “parresìa”, ovvero la capacità di parlare con franchezza e dirti la verità nuda e cruda. Mi ricordo alla fine di un allenamento a Genova facciamo un briefing e ci dice che siamo troppo impreparati per fare la Minitransat, che per noi sarà troppo dura, che principalmente faremo una regata di m… perché non riusciremo a divertirci. Il giudizio era rivolto anche a gente con tante miglia sulle spalle che non l’hanno presa troppo bene, io ho incassato e mi sono allenato il doppio. Grazie Riccardo…”

La qualifica per poter fare la minitransat è molto diversa, sei da solo, in trasferimento, non hai l’adrenalina della competizione. L’unica ragione di tirare e andare forte è per far sì che duri il meno possibile. Ci sono dei momenti anche in regata dove ti fermi un secondo e contempli tutto ciò che ti circonda, che cosa oltre il mare e le nuvole e la tua barca che scivola sulle onde e disegna la scia dietro lo specchio di poppa? Questo spettacolo non è mai uguale ma il programma di bordo su una barca da regata in solitario è esigente, le 24 ore sono riempite con le varie attività del navigatore: alimentazione, sonno, igiene, regolazione delle vele, manovre, studio della rotta e del meteo, impostare una strategia, effettuare riparazioni, inviare delle notizie a terra per la comunicazione…il programma delle giornate è denso e non c’è tempo per annoiarsi. E soprattutto come insegnato dal mio primo coach: bisogna anche divertirsi per vincere” 

Quando arriva dall’altra parte dell’Oceano, Alberto non è più solo un velista, è diventato un navigatore professionista. È entrato nella ristretta, forse troppo,  cerchia dei navigatori offshore italiani. 

All’arrivo di quella Minitransat cresce irrefrenabile il bisogno di tornare a bordo appena si è scesi a terra. Di attraversare di nuovo l’Oceano, di tornare a vivere le sensazioni provate in mezzo alle immense masse d’acqua. 

Il sogno del 2015 è quello di passare nella categoria prototipi Mini 6,50: prendere una barca esistente e migliorarla con l’obiettivo di comprendere i segreti progettuali e continuare a fare esperienza nel campo della costruzione con materiali compositi ad alta tecnologia. La collaborazione con l’Università di ingegneria nautica di Spezia e un giovane gruppo di progettisti comincia e i risultati non tardano ad arrivare. Nel 2015 con Promostudi la Spezia vince il campionato italiano mentre in campo internazionale in Oceano nella traversata Les Sables – Azzorre arriva secondo.

Si chiude con questa regata nel 2016 il capitolo classe Mini 6,50. Dopo 5 anni e migliaia di miglia di oceano, con una grande esperienza accumulata è ora di cambiare orizzonte. 


Sull’acqua in volo

Nella carriera di ogni navigatore la volontà è quella di misurarsi con i migliori, nelle classi dove i migliori competono. Nel 2017 Alberto passa al Class40 supportato da Giovanni Soldini che gli mette a disposizione la sua vecchia imbarcazione, ex Telecom Italia. Con questa barca partecipa alla Transat Jacques Vabre, dove è costretto al ritiro quando è al sesto posto.

Giovanni lo invita nel 2019 a navigare su Maserati Multi 70, un trimarano dotato di foils, tra le barche più veloci esistenti al mondo. Come membro dell’equipaggio, insieme ai navigatori più forti ed esperti in circolazione, Alberto partecipa ad alcune lunghe navigazioni. Il trasferimento da Okinawa a Hong Kong, il giro d’Europa, dedicato a testare il nuovo assetto volante del trimarano, e la regata nel pacifico Transpac a luglio del 2019. Alberto sperimenta la navigazione a oltre 40 nodi di velocità volando sull’acqua.

“Mi faccio raccontare da Giovanni i suoi primi giri del mondo, avventure incredibili, grandi risultati, un pezzo di storia della vela oceanica. Mentre lo ascolto mi rendo conto che abbiamo la stessa passione, che le regate non sono solo una linea di partenza e un arrivo ma storie di grandi marinai, di preparatori fedeli, d’incontri, di amicizia, di sacrifici, coraggio, vittorie, sconfitte… storie di vita, dedicata al mare e alle barche. Per quanto possa sembrare strano a chi pensa che piacerebbe a tutti passare il proprio tempo in barca e in mare, è una vita dura. Come tutte le vite impegnate, interessanti, dove ci si mette in gioco; ci vuole fortuna e coraggio.” 


La Solitaire du Figaro

Nel 2019 la classe Figaro propone una nuova barca, il Figaro 3 dotato di foil al passo con la rivoluzione che la vela sta vivendo. 

La stagione Figaro alterna regate costiere a percorsi più oceanici come la traversata in due tappe fino alle Azzorre in solitario. Poi la regina delle regate, la mitica “Solitaire du Figaro”, 4 tappe, percorsi tra i più impegnativi nel nord atlantico: Fastnet, Manica, Biscaglia. Una delle regate più dure mai inventate dai francesi. Paragonabile per gli sforzi fisici e mentali alle gare di ultra trail che si corrono in alta montagna. Lo slogan della Figaro è “Qui nascono le leggende”. Tutti i più grandi campioni sono nati qui, dal 1970, e ci ritornano per confrontarsi con i migliori e contendersi il trofeo più ambito della vela oceanica. In Francia vincere questa regata significa avere il biglietto d’entrata per fare qualsiasi cosa nel mondo delle regate oceaniche. Ci vogliono tanti anni per riuscire a vincerla e non sempre ci si riesce. Per Alberto è l’occasione per crescere ancora. In linea con il suo carattere sceglie la strada più difficile, quella che può insegnarli di più. L’obiettivo è quello di imparare ancora, confrontarsi con i propri limiti per diventare un navigatore completo. Sono due anni di duro lavoro a contatto con i migliori navigatori del mondo.  Costruisce rapporti forti con i migliori professionisti quali Jean-Yves Bernot, uno dei padri della meteorologia moderna. 

La crescita e l’apprendimento rimangono il suo mantra. 

Nel 2020 alla sua seconda “Solitaire du Figaro” è già competitivo e naviga stabilmente nella top ten. Nel 2021 si prepara per la sua terza partecipazione ma il destino ha in serbo qualcosa di diverso per lui.

“Nel 2018 dopo una breve pausa da progetti sportivi decido di correre nella classe più competitiva della vela oceanica. La scelta è motivata razionalmente dal fatto che è una barca monotipo, tutte le barche sono uguali, i costi sono ridotti e tutti partono più o meno con la stessa possibilità di fare bene. Il livello è altissimo, ci sono i navigatori più forti a livello non solo francese ma internazionale. La mia idea è che se voglio migliorare ancora devo confrontarmi ad armi pari con i più forti…

Inizia per me la prima stagione e mi rendo subito conto che ci sarà da lavorare. Gli allenamenti in mare sono molto frequenti, si studiano nei minimi dettagli le forme delle vele, le regolazioni, le manovre, lo studio della meteorologia e delle correnti è molto locale, non basta più la conoscenza del fenomeno meteo ma bisogna capire cosa succede quando interagisce con la terra, con i rilievi, le baie, i golfi, da un punto di vista orografico e termico. Oltre alla strategia della navigazione entra in gioco la tattica, gestire i concorrenti che sono sempre molto vicini, la componente mentale è ancora più importante. La gestione dell’energia e del sonno è fondamentale, imparo nuove tecniche per gestire questa parte del mio organismo, fondamentale per il risultato finale..

Molte volte nello sport di alto livello il limite che c’impedisce di raggiungere la vittoria è da cercare dentro sé stessi. Il vantaggio di aver frequentato questa classe per due anni è che ha messo a nudo i miei limiti e mi ha indicato la direzione per lavorare e migliorare ancora. Credo sia questa la motivazione che mi ha spinto a continuare, ed è questo che m’interessa. Questa relazione tra sport e vita, gioco e realtà, i confini non sono poi così netti..”


Una stagione italiana per preparare il futuro

Il 2021 è un anno di “transizione”, Alberto torna a regatare in Mediterraneo con il ruolo di navigatore.  Si aggiundica il Campionato Europeo Eurosaf e come navigatore di “Scheggia”, uno Swan 42,  il campionato Italiano off-shore. 

Ma Alberto è in cerca di una nuova sfida per i mari del mondo. 

Nel giugno 2021 viene ingaggiato per fare la Giraglia come navigatore a bordo di un XYacht di 50 piedi.  L’armatore è direttore sportivo del Circolo Vela Bellano Luca Bertacchi e l’equipaggio è principalmente costituito da un gruppo di giovani del circolo.  Un incontro importante: Alberto si apre e racconta la sua passione, le sue difficoltà e i suoi sogni per il futuro. Dall’altra parte Luca sta cambiando vita, gli piace dedicare più tempo alla vela e mettere le sue competenze manageriali e la sue capacità relazionali per aiutare i giovani e chi ha un sogno e il talento per realizzarlo. Ascolta attentamente i racconti di Alberto e capisce che c’è qualcosa di bello e concreto da finalizzare. Con il suo aiuto dopo pochi mesi Alberto firma un contratto di 3 anni con Ibsa Group, multinazionale farmaceutica svizzera.  Il progetto prevede la costruzione di un class 40 di ultima generazione e un fitto programma di regate per diffondere i valori e il brand IBSA. 

Un sogno che si avvera e una grande opportunità per la carriera professionale del giovane Skipper oceanico; Luca Bertacchi sarà al suo fianco come amico e team Leader del progetto.


Un progetto di 3 anni con il nuovo sponsor Ibsa

Negli anni Alberto ha acquisito tutte le competenze necessarie per fare il salto di qualità e sviluppare un progetto innovativo e vincente avendo alle spalle un team, uno sponsor e le risorse necessarie. 

A Novembre 2021, quando i migliori velisti Class40 stanno attraversando l’Oceano nella Transat Jacques Vabre, Alberto e Luca riescono a bloccare lo slot per la costruzione di un nuovo Class40, un MACH5 disegnato dalla penna di Sam Manuard e l’avventura ha veramente inizio.  

Il 2022 è un anno fatto in apnea, si pensa a un Team vincente.  Sidney Gavignet, esperto navigatore Bretone con diverse campagne alle spalle, entra nel team come coach per contribuire con la sua esperienza al successo.  Ancora una volta Alberto unisce i punti, si mettono insieme i migliori professionisti cercando di imparare da tutti.  Si mette insieme un team di lavoro pesando attentamente le qualità personali e le competenze professionali.  Si lavora sull’innovazione, dal pilota automatico alle vele si cercano le soluzioni che possano darci quei piccolissimi vantaggi che fanno una grande differenza.  

Il 2021 è stato un anno importante, forse quello di maggiore crescita per Alberto. L’opportunità per dare vita ai valori che lo hanno sempre guidato: l’attenzione per l’ambiente e gli oceani; la visione dello sport come occasione di miglioramento personale e come risposta alle difficoltà; l’importanza del contatto con la natura; i valori della sfida che richiede di oltrepassare i propri limiti e necessita di coraggio, cervello, costanza e di una buona stella che ti vegli dall’alto.

Dopo una corsa contro il tempo il class 40 Ibsa, “La bella Blu”, tocca l’acqua nel porto di La Trinite Sur Mer il 3 agosto. Settembre vede l’esordio per Alberto, con la partecipazione alla sua prima Rotta del Rhum.   Solo tre mesi per preparare una delle regate più impegnative in solitario, la prima in assoluto per Alberto in questa categoria.  La regata termina con un 8° posto dopo una traversata atlantica particolarmente dura.   

 


CAMPIONI 2023:Una vittoria di squadra

Il 2023 si apre con un obiettivo dichiarato: vincere il Campionato Assoluto Class40.

Un obiettivo ma anche un sogno, considerato che la classe vede il concentrarsi dei migliori velisti del momento e più di 20 progetti innovativi che hanno visto la luce nell’ultimo anno e più di 30 barche competitive.  

È un anno intenso dove Alberto aggiunge nuove frecce nella sua faretra di competenze. Sviluppa sempre più fiducia in un team che lo ha supportato, crea rapporti di lungo periodo con persone importanti come Pablo, il suo co-skipper e veterano di Class 40, costruisce le condizioni per raggiungere gli obiettivi e restituire la fiducia posta in lui dallo Sponsor e dal Team. 

La stagione si trasforma in un successo assoluto. Sei regate disputate, di cui due vittorie e tre podi, un nuovo record registrato per il maggior numero di miglia percorse in 24 ore in Class40, più di 15.000 miglia percorse, 2 transatlantiche.  Tutto questo ha permesso ad Aberto ed il suo Team di centrare l’obiettivo del primo assoluto al Campionato Class40 e gettare basi per uno sviluppo continuo.